Il valore della memoria e la tragicità dell’indifferenza: tempi importanti quelli discussi questo pomeriggio presso il Teatro Morlacchi.
Sarah Varetto, direttrice di Sky Tg 24 ha presentato due nuovi documentari prodotti da Sky in occasione dell’80° anniversario della giornata della memoria: Tutto davanti a questi occhi con Walter Veltroni alla regia e 1938: Lo sport italiano contro gli ebrei del vice direttore di Sky Sport, Matteo Marani.
Tutto davanti a questi occhi racconta la storia di Sami Modiano, vittima dell’olocausto, deportato a Birkenau alla giovane età di 13 anni, e soppravvisuto alla sorella e al padre. Una vita piena di emozioni quella di Modiano, vittima della discriminazione razziale anche in Congo da cui fu esiliato, racconta un Veltroni molto emozionato. Alla domanda di Varetto, “cosa ha significato fare questo film?” Veltroni racconta che il volto, le parole e la tenerezza di Sami gli hanno fatto capire cosa significa avere il coraggio di essere felici.
1938: Lo sport italiano contro gli ebrei racconta invece di un aspetto delle leggi razziali di cui forse si parla troppo poco: gli effetti che queste hanno avuto nel mondo del calcio. Narrando di come quattro allenatori di calcio ebrei abbiano dovuto lasciare il paese in seguito alla proclamazione delle leggi razziali, Marani afferma di come questo capitolo vergognoso della storia italiana è una storia troppo poco raccontata. Il documentario di Marani mostra come il razzismo italiano si sia ripercosso sullo sport, usato come grande mezzo di propaganda da parte di Mussolini. Al fine di evitare che episodi del genere non ricapitino, Marani sottolinea l’importanza del denunciare episodi di cori razzisti e manifestazioni d’odio come quelle presenti nelle curve di troppi stadi.
Quando ci si chiede il perché, orrori come quello dell’olocausto siano accaduti e cosa fare al fine che non si ripresentino, Varetto ricorda che tragedie simili non siano mai realmente scomparse nel resto del mondo. Per questo motivo, prendendo come esempio il caso della Siria e dei bambini del Ghouta, Sky si impegna ogni giorno al fine di non ignorare e legittimare questi orrori.
Veltroni, Marani e Varetto si trovano d’accordo nel accusare l’indifferenza come malattia principale dell’antisemitismo e dell’odio razziale. Veltroni ricorda di come ai tempi del fascismo solo poche eccezioni si siano opposte a discriminazioni razziali. Lo scrittore ricorda al pubblico di come la storia inevitabilmente si ripeta e mai nella stessa forma, specialmente in periodi di grande instabilità e cambiamento. Per sopraffare l’odio e l’indifferenza, Veltroni sostiene che, anche nelle epoche di passioni tristi come questa, è necessario evitare di piegarsi ad un pensiero unico, contrapponendo le proprie emozioni al pensiero razionale.
Lucrezia Vittori