Where are you? Le storie di National Geographic dietro la fotografia icona della crisi dei migranti

“Volevo raccontare il dramma delle migrazioni, ma in modo diverso. Non volevo vedere la violenza, la morte, la tristezza, la disperazione. Volevo vedere la speranza”. Così il fotografo Massimo Sestini racconta la nascita della fotografia icona del fenomeno migratorio.

 L’idea arriva nel 2013, ma a causa di cattive condizioni meteorologiche il tentativo risulta vano. Ci riprova nel 2014 e ci riesce. Il 7 giugno 2014, nelle acque internazionali tra Libia e Sicilia, da un elicottero della marina militare italiana Sestini scatta una foto zenitale. Grazie alle condizioni meteo favorevoli, è possibile arrivare sopra il barcone e scattare la foto: infatti, grazie alla rapidità dei tempi, i migranti vengono “colti di sorpresa” e ciò permette che alzino gli sguardi, diventando così protagonisti dell’immagine.

La foto viene premiata dal “World press photo” ed è stata esposta dalla stessa associazione in varie città del mondo. Un migrante che si è riconosciuto nella foto ha chiesto al direttore della mostra di Losanna di avere lo scatto. Da qui è partita l’idea di rintracciare i migranti per farsi raccontare cosa succede oggi, come hanno trasformato la loro vita in positivo, cosa hanno ricostruito, dove si trovano e cosa fanno.

Nasce così il documentario “Where are you? Dimmi dove sei”, che andrà in onda sul National Geographic il prossimo 20 giugno, in occasione della giornata mondiale del rifugiato. Il documentario è frutto del lavoro congiunto di Massimo Sestini, Fabrizio Gatti (giornalista de L’Espresso e collaboratore del National Geographic) e del regista Jesùs Garcés Lambert.

L’obiettivo del documentario è quello di restituire dignità al migrante, spesso rappresentato con l'immagine stereotipata di profugo. Il documentario affronta il tema con una prospettiva che supera la cronaca e la politica e va dritto al nocciolo più complesso: la vita degli uomini. 

Serena Grasso - volontaria press office IJF19