Perugia, 01/05/2014
Alle ore 11.30, presso la sala Perugino dell’Hotel Brufani, si è tenuto il panel “Whistleblowing e Giornalismo Investigativo: Esperienze a Confronto”. Gli speakers sono stati: Miranda Patrucic, una reporter investigativa del Center for Investigative Reporting a Sarajevo e membro dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project; Philip Di Salvo, editor del sito italiano dell'Osservatorio Europeo di Giornalismo; TeunGautier, fondatore di Publeaks, una piattaforma che consente comunicazioni anonime tra stampa e whistleblowers; Claudio Agosti, Presidente del centro Hermes; Lorenzo Bodrero, co-fondatore di Investigative Reporting Project Italy (IRPI) e Attila Mong, board member di Atlatszo.hu.
Secondo Philip Di Salvo, il primo ad intervenire nel dibattito, il Whistleblowing è stato utilizzato sempre più spesso a partire dall' “esplosione” di Wikileaks nel 2010. I Wikileaks possono essere definiti come "ponti ONG", in quanto rendono più accessibili i documenti che gli informatori caricano sulle piattaforme. Di Salvo ha definito il Whistleblowing come un atto individuale con il fine di rendere pubbliche le informazioni relative a situazioni di illegalità, che può essere una fonte molto utile per il giornalista. Non c’è un unico modello di Whistleblowing; infatti esso si sta diffondendo in molte forme, come Global Leaks, Irpi Leaks o Mafia Leaks.
Teun Gautier, il secondo speaker, ha lanciato Publeaks, una piattaforma che consente comunicazioni anonime tra stampa e whistleblowers. Gautier ha spiegato che la piattaforma è sicura perché utilizza un sistema di codifica. Ha inoltre garantito che i giornalisti che lavorano per Publeaks verificano in maniera dettagliata le informazioni caricate su di essa.
Il terzo a prendere la parola è stato Attila Mong, che ha spiegato che la sua ONG è stata tra le prime ad utilizzare Wistleblowing. La Atlazo.hu si definisce, infatti, come una organizzazione anti-corruzione di giornalismo investigativo che ha tra le sue priorità la protezione della fonte. Questa organizzazione fornisce infatti tutte le informazioni necessarie alle potenziali fonti, per caricare sulla piattaforma, in modo sicuro e anonimo, i loro documenti, sebbene la maggior parte preferisca contattarli per email o incontrare i giornalisti di persona.
Lorenzo Bodrero, il quarto speaker, ha affermato che l ’Italia è un paese in cui non c’è la cultura della denuncia e l’obbiettivo della sua Associazione – che è stata la prima in Italia ad occuparsi di giornalismo investigativo – è quello di incentivare le persone a denunciare situazioni illegali e poco trasparenti. La loro sfida è infatti quella di promuovere la protezione delle fonti, soprattutto nelle istituzioni e nella legislazione italiana.
Miranada Patrucic, l’ultima speaker, ha spiegato come il lavoro di giornalista nei Balcani sia molto difficile e quanto sia utile per i giornalisti locali il Whistleblowing ma, anche in questo caso, la protezione della fonte che può fornire informazioni molto importanti, è essenziale. Ha infatti illustrato all’auditorio quali tecniche usare per garantire sicurezza e anonimato dell’informatore.
Pilar López
Chiara Borsini