Whistleblowing e le indagini sulla violenza sessuale

Quando una ragazza vittima di violenza sessuale ti contatta e ti chiede di aiutarla cosa fai?
È quello che è successo ai giornalisti di IRPI (Investigative reporting project Italy). Cecilia Anesi, Alessia Cerantola e Giulio Rubino hanno prima di tutto pensato a come proteggerla.

Grazie alla piattaforma IRPILEAKS, le persone a conoscenza di abusi, episodi di corruzione e truffe possono fare una segnalazione anonima.
Il sistema si basa sul software GlobalLeaks, progettato dal Centro Studi Hermes per la Trasparenza e Diritti Umani Digitali. Che non rimanga nessuna traccia personale è garantito dall’uso di Tor, considerato la migliore tecnologia a disposizione degli utenti di Internet per godere dell’anonimato. Basta scaricare il Browser Tor, eseguire il file scaricato, estrarlo in una cartella o su una penna usb e poi cliccare su “Apri”. Ci sono diverse versioni per diversi sistemi operativi.
In questo modo IRPI raccoglie le segnalazioni di informazioni considerate sensibili, protegge le fonti e favorisce la condivisione.

Ma prima o poi arriva il momento di aprire un dialogo con le persone testimoni di quei casi.
La ragazza della segnalazione non era l’unica e, alla scoperta di una tendenza più ampia, presto si è aperta una vera e propria indagine.
 Dopo aver dormito a casa di un estraneo grazie al sito di ospitalità gratuita Couchsurfing, la ragazza aveva accusato malessere e perdita di memoria. Confusa e preoccupata, aveva cercato altre ospiti della stessa persona scoprendo di non essere l’unica a essersi sentita poco bene. Hanno pensato allo stupro. Ma la memoria offuscata minava la loro credibilità e, di ritorno dal viaggio, per un test medico era ormai tardi.

I giornalisti di IRPI hanno chiamato gli avvocati e hanno rintracciato i gruppi Facebook dove le ragazze si scambiavano informazioni. Ma non sapevano come parlare con loro.
Si sono rivolti a Gavin Ress, direttore del Dart Centre Europe, per avere consiglio. Secondo Ress, la cosa più importanti in casi come questi è sapere ascoltare.

Ora un carabiniere 35enne di Padova, Leonardo Maglio, è accusato di avere drogato e violentato almeno 16 ragazze fra il 2013 e il 2015. Per lo stupro di una minorenne è stato condannato a sette anni, convertiti per rito abbreviato agli arresti domiciliari.
Recentemente la polizia ha scoperto che l’uomo ha continuato a operare indisturbato e ha ordinato un blitz in casa sua, trovandolo ancora una volta in compagnia di ragazze  ospitate attraverso Couchsurfing. Una di loro accusava gli stessi sintomi descritti dalle altre.

I giornalisti di IRPI hanno raccontato quanto sia stato difficile per loro avere a che fare con questa sporca faccenda, usare la delicatezza necessaria, evitare accuratamente il sensazionalismo.

Emanuela Barbiroglio