Nell'estate del 1955 un piccolo gruppo di intellettuali laici e progressisti decise di fondare un settimanale di inchieste e di impegno per le battaglie civili. Dal divorzio all'aborto, dalla corruzione di Stato a piazza Fontana, dal golpe Borghese a Tangentopoli: fino ai tempi più recenti, con i grandi articoli sull'immigrazione, le mafie, la lista Falciani, Wikileaks, mafia Capitale. Che ruolo ha oggi questa storica testata? Come può rispondere al bisogno di informazione approfondita nell'era di Internet e dei social? In che modo è cambiato e può cambiare il rapporto con i lettori-utenti? Come risponde alla crisi globale dei settimanali?