Il nostro cervello usa un sacco di scorciatoie per elaborare il complesso mondo che ci circonda, filtrare le informazioni rilevanti e permetterci di prendere decisioni. Sono processi di ottimizzazione utili, ma comportano anche alcuni pericoli: ci rendono tutto fuorché capaci di elaborare informazioni e prendere decisioni in modo "obiettivo e neutrale". Anche se si tratta di nozioni largamente note in psicologia e nelle neuroscienze, molti giornalisti non sono cosapevoli dei bias che influenzano la percezione e la memoria. E non si tratta solo di questo: gli algoritmi, comunemente considerati neutri, sono sogetti ai bias in modo analogo, perché dopo tutto sono programmati dagli umani e ne riproducono le realtà distorte. In un mondo mediatico sempre più influenzato da sistemi algoritmici, i giornalisti devono perciò essere in grado di riconoscere i propri pregiudizi e quelli degli algoritmi.

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