Sono solo un piccolo fotografo, il piccolo Olivier

di Emilio Fabio Torsello

Olivier Voisin, fotoreporter francese di origini coreane, è morto oggi per le ferite riportate, dopo che alcuni giorni fa era rimasto coinvolto in combattimenti nella città di Hamah, in Siria, dove era andato per raccontare le atrocità della guerra, al seguito dell'Esercito Siriano Libero. Olivier avrebbe dovuto partecipare con me - il prossimo 25 aprile - ad un panel del Festival Internazionale del Giornalismo, insieme ad Amedeo Ricucci (Rai) e Andrea Iacomini (Unicef), per parlare della realtà dimenticata e per lo più ignorata della Siria.

Sono solo un piccolo fotografo, il piccolo Olivier, per me è un onore poter raccontare

mi aveva detto emozionato ricevendo l'invito a Perugia. In realtà l'onore era tutto nostro.

Prima della Siria, Olivier aveva fotografato la Libia, Haiti e tante altre situazioni di guerra e difficoltà. Nei suoi progetti c'era anche un viaggio in Birmania. Giornalista umile e coraggioso, cercava di raccontare la realtà: "La guerra ti cambia la vita - mi diceva - dopo che l'hai vissuta, vivi ogni cosa con una consapevolezza diversa". E proprio per aver conosciuto l'inferno, Olivier era una persona solare, accogliente, sempre disponibile. Circondato da tanti amici. "Hi from Syria!", esordiva sempre quando mi scriveva. E puntualmente concludevo con "Oliver be careful". A dicembre sarei dovuto andare ad Aleppo con lui, poi saltò tutto per problemi economici. Ma mi scriveva sempre, quasi ogni giorno. E se anche la guerra che ha raccontato per anni (il suo sito è www.oliviervoisin.fr) questa volta l'ha ucciso, le sue fotografie, i suoi scatti in bianco e nero che con un attimo impresso sulla pellicola raccontavano la vita, resteranno. Grazie Olivier.

Di seguito, l'ultima mail che ha inviato dalla Siria a Mimosa Martini, giornalista del Tg5 che l'ha tradotta. Più che una mail è un vero e proprio reportage.

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Siria 20 febbraio 2013

Alla fine sono riuscito a passare! Dopo essermi fatto rifiutare l’attraversamento della frontiera dalle autorità turche, è stato necessario passare il confine illegalmente di nuovo. Un passaggio non molto lontano ma attraverso la terra di nessuno con qualche mina a sinistra e a destra e il pagamento di tre soldati. Eccomi, solo soletto, attraverso il letto di un fiume con circa due chilometri da fare nascondendosi per non farsi notare dai cecchini.

Porca puttana, ho avuto una tale strizza di farmi pizzicare e di fare il passo falso!
E poi, a un tratto, l’amico siriano che mi aspetta e mi sento come se fosse una liberazione. La borsa e soprattutto le macchine fotografiche pesavano 10000 chili sulle spalle.

L’automobile è lì con gli uomini della sezione di combattimento che raggiungo a nord della città di Hamah, ci aspettano due ore di strada e arriviamo con i fari spenti per non farci vedere. Gli uomini mi accolgono incredibilmente bene! E rimangono impressionati dal passaggio in solitario del confine che ho appena fatto.

I primi colpi di artiglieria si fanno sentire in lontananza. Vengo a sapere che le forze lealiste sono a più di 25 chilometri a nord di Hamah e che la linea del fronte è rappresentata soprattutto dalle demarcazioni tra alauiti e sunniti. Quindi le forze di Assad bombardano alla cieca e restano molto potenti. Per fortuna gli aerei non attaccano più, talmente il tempo fa schifo!

Le condizioni di vita qui sono più che precarie. È un po’ dura. La buona notizia è che perderò un po’ di pancia, anche se al mio ritorno avrò bisogno di dieci docce per tornare appena presentabile.

Oggi mi sono imbattuto in alcune famiglie che arrivano da Hamah e che hanno perso la casa. Vivono sotto terra oppure dentro alcune grotte. Hanno perso tutto. Di colpo si ridimensiona subito il problema delle mie condizioni di vita in questa compagnia. Scatto foto ma non sono nemmeno sicuro che l’AFP me le prenda.

La notte fa freddo. Fortunatamente mi sono comprato delle calze da donna in Turchia e questo me la rende un po’ più sopportabile.

L’artiglieria spara ogni 20 minuti più o meno e il terreno trema spesso. Il fatto è che ho la sensazione che sparino alla cieca e comunque hanno cannoni abbastanza potenti da coprire una ventina di chilometri.

Ci sono pochi combattimenti diretti. La compagnia ha bisogno di più o meno 20000 dollari americani in munizioni per reggere tra le 2 e le 4 ore di battaglia. Di conseguenza combattono poco. Non fanno più niente tutto il giorno. Mi chiedo come possano vincere questa guerra.

Mi conferma ciò che sospettavo. La guerra durerà molto a lungo. Allora il capo del capo viene qualche volta a metterci del suo, porta una pecora da mangiare, e gli uomini se ne vanno a fare legna nei boschi qui attorno. Porta anche delle stecche di sigarette e la sera fa pregare tutti i suoi!

Certi sono molto giovani. Hanno già perduto una ventina di compagni, altri sono feriti ma sono comunque presenti e io penso soprattutto a Abou Ziad, che ha perso un occhio ed è lui che fabbrica i razzi rudimentali per lanciarli durante i combattimenti. E’ temerario e coraggioso. Sempre davanti, sempre il primo per tutto, per aiutare, per tagliare la legna, dare sigarette, alzarsi. Con qualche parola di arabo cerchiamo di parlarci. Evidentemente le discussioni cadono spesso sulla religione ma loro non si considerano salafiti. Detto tra noi, se così non fosse, non sarei più vivo. Mi piace stare con lui. Quando gli altri mi chiedono delle cose - chiaramente con l’apparecchiatura che ho - è sempre lui che li “sgrida” di lasciarmi in pace!

Rispetto ad Aleppo ho la netta sensazione che sia meno pesante dell’estate scorsa. In estate era davvero pesante anche se i colleghi più vecchi dicono che non è niente rispetto alla Cecenia. Sicuramente era perché io mi trovavo più vicino ai combattimenti e la mischia era quotidiana. Qui ancora una volta costa talmente tanto per loro che sparano solo ogni tanto. E’ diverso anche rispetto alla Libia dove avevano tutte le munizioni che volevano. E qui si sta molto più su battaglie in terreno aperto, niente a che vedere con i combattimenti di città.

Aleppo è appena stata dichiarata, la settimana scorsa, la città più distrutta dai tempi di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale. Il comandante mi chiede quando la Francia fornirà loro un aiuto militare. E che ne so io!

Mi vergogno perché sono già due anni che non si sa. Mi dicono che nessuno li aiuta, e chiedono di cosa abbia paura l’Occidente. Io non ho voglia di rispondergli. Si ha paura dell’estremismo che si nutre costantemente della mancanza di educazione intellettuale di queste persone che considerano il Corano l’unico libro da leggere…che fare? E poi che cazzo, non sono mica un uomo di potere o un politico. Sono solo il piccolo Olivier, che muore di fame con loro e che gli rompe le palle perché i combattimenti diretti si fanno attendere. Il problema è quello che chiede Afp. Meno faccio e meno guadagno, c’è anche questo, e quanto guadagno ora non è certo fantastico e più i giorni passano più diventano le foto che mi vengono richieste e che non scatto.

E poi è vero, sono un tossico di questa roba di merda. Nessuna altra droga sarà tanto potente quanto l’adrenalina che ci scatena in un attimo sensazioni incredibili, soprattutto quella di voler vivere.

Stasera fanno tre giorni che sono arrivato. E come ogni volta dimentico come un idiota di portarmi un libro così di conseguenza non ho granché da fare la sera.

Lavorare le foto mi prende più o meno una media di 2 ore e siccome non c’è internet e la connessione è limitata mi ritrovo come un coglione.
La maggior parte dei ragazzi è gentile con me e cercano di rendere il mio soggiorno tra loro più piacevole possibile. Fanno 1000 domande su Parigi e sulla Francia e continuano a non capire come io possa essere francese. Allora dico loro che mio padre è francese e mia madre coreana. Detto questo mica è la prima volta che mi succede! In tutti i paesi del sud mi scambiano per un “cinese” anche se dire che si è coreani è sempre visto meglio!

Come ogni volta, immaginano come viviamo noi a casa nostra? E questo anche prima della guerra?

Mi sento sempre in imbarazzo quando mi chiedono delle foto di me a Parigi perché il divario è talmente forte. È come quando mi raccontava un vecchio amico su uno dei suoi viaggi nei paesi dell’est subito dopo il crollo del muro, la gente in Lituania non riusciva a capire che da noi ci potessero essere dei poveri che muoiono di freddo in inverno. Non mostrargli quelle foto (bisognerebbe anche che ne avessi nel laptop!) mi permette di vivere il momento presente e non quello del prima o quello del dopo.

Quello che manca è un po’ d’alcol! Se Dio è simpatico, sarebbe bello che la prossima guerra fosse altrove che in un paese arabo o musulmano! E che si potesse parlare alle donne anche. Gli uomini mi chiedono se non ho anche foto pornografiche. Questo è buffo…e triste allo stesso tempo perché non sarà certo dopo la guerra che ne avranno di più. Con questi cretini di moralisti religiosi.

La violenza è tanta. L’odio è tanto. Come si può alimentare un odio simile? Una simile voglia di andare a uccidere? Ho visto dei video degli abitanti di Homs massacrati di botte dai soldati lealisti, non ho mai visto così tanta violenza e sangue dappertutto con uomini che piangono come bambini…e i colpi che continuano ad abbattersi che siano sui piedi, sulle mani, o che siano i colpi di bastone che fanno schizzare il sangue. Eppure ne ho già visto un bel pezzo di questo mondo di merda. Queste immagini per la loro violenza, se un giorno saranno confermate da testimonianze, visto che si vedono le facce dei soldati, saranno da tribunale internazionale.

Noi occidentali crediamo, oppure siamo cresciuti, con questa idea del diritto, che è possibile far giudicare degli uomini da parte di altri uomini. Ma come fare questo con uomini che credono solo nella giustizia divina? Il dopo sarà altrettanto sanguinoso, sempre se questo dopo arriverà. La questione della riconciliazione è importante per noi anche per la nostra cultura cristiana.

Mi ripeto: ma in Polonia o in Cecoslovacchia dopo la caduta del muro, ci ritrovo questa idea di riconciliazione in paesi cristiani che soffrivano ugualmente per le persecuzioni nei regimi comunisti. Ma il paragone si ferma lì. “Questa fiducia del cuore” di cui ci parlava Frère Roger de Taizé che avrebbe tanto segnato me e i miei amici, ancora oggi più che mai è proprio la preghiera dei parà che mi viene in mente ogni volta che dubito: “Mio Dio, dammi ciò che gli altri non vogliono, dammi la rissa e la tormenta, Te lo chiedo questa sera perché domani non ne avrò più il coraggio”.

Olivier

5 comments

  • Mi rattristo per Oliver naturalmente …ma resto scettico sulla visione delle parti…

    Io ho personalmente numerosi contatti in Siria, sia come abitanti (Homs, Aleppo e Damasco) sia giornalisti indipendenti sul posto e tonnellate di video e documentazioni che mostrano il contrario di quanto viene descritto dai media. Oltretutto lavoro con l’informazione da più di un decennio, sono esperto in grafica e computer grafica e sono pertanto in grado di capire quali siano le caratteristiche di contraffazione di video e foto.

    I video che vengono qui menzionati assomigliano molto, nella descrizione, a video in cui i “ribelli” del FSA commettono atrocità sulla popolazione …mi chiedo se non si tratti degli stessi video. Nelle mie ricerche mi è capitato di osservare video che dichiarano violenze dei soldati dell’esercito siriano, dai quali in realtà non c’è modo di stabilire chiaramente chi siano i carnefici… Al contrario è piena la Rete di video e documentazioni che attestano in modo inequivocabile l’accoglienza da parte della popolazione dell’esercito regolare e la sensazione di sicurezza che questo infonde negli abitanti, sfiniti dalla violenza ceca dei gruppi combattenti del FSA …per non parlare dei video terribili delle decapitazioni, esecuzioni sommarie e torture commessi dai “ribelli” sponsorizzati Usa/EU!!

    Insomma, la verità non sarà mai chiara, è certo però che l’informazione è distorta e strumentalizzata (..e credetemi io lo so per certo, ci sono dentro) quindi a chi credere?

    Oliver era entrato illegalmente e al seguito dei “ribelli” …è chiaro dopo tutto che la visione da lui assunta sia quella raccontata dal FSA …inoltre non racconta di aver visto con i propri occhi ma solo tramite video! …e dove sono questi video? perché in Rete si trovano solo le esecuzioni sommarie e le atrocità che gli stessi salafiti condividono (chissà poi perché) e non mettono in rete questi video, dove si veda chiaramente e senza ombra di dubbio che i soldati usano violenza sulla popolazione? forse perché in realtà non esistono tali documenti?

    Per chiudere, consiglio la visione di un documentario fatto da una troupe televisiva russa che a differenza di Oliver, ha operato assieme all’esercito (par condicio)
    https://www.youtube.com/watch?v=_jiEA5KKupg

    Dove sta dunque la verità?

    Un saluto e un pensiero per Oliver che, comunque stiano le cose, sono certo agisse secondo coscienza.

    Cristiano Patuzzi

  • Cristiano, lei sostiene di essere “all’interno” del contesto informativo, di avere tanti contatti in Siria e ci viene a raccontare che non ha materiale che documenta le violenze dell’esercito siriano nei confronti della popolazione? Forse è il caso che lei riorganizzi un attimo i suoi contatti in Siria. Sono perplesso…….sono perplesso in quanto di quel materiale ce n’è veramente tanto se davvero lo si vuole reperire e le posso assicurare che non è neanche difficile trovarlo; poi è chiaro, si può cercare di confutare tutto e si può trovare il modo di far diventare tutto relativo, incluse le responsabilità. In Siria è in corso una guerra civile delle più atroci e quando c’è una guerra le atrocità avvengono e avvengono da entrambe le parti; credere ai “buoni e i cattivi” è un po’ infantile non crede? Che all’interno delle fazioni ribelli vi siano brigate di stranieri di stampo salafita che commettono atrocità è indubbio, ma ciò non significa che le truppe di Assad siano buone. I suoi contatti non le hanno raccontato cosa fanno i soldati di Assad quando entrano nei villaggi “anti-regime”? Non le hanno raccontato cosa fa il Mukhabarat agli oppositori? I campi di tortura del regime non li conosce? Basta contattare la Human Rights Watch, non è difficile…..i metodi di tortura come lo shabah e il dulab non li conosce? I suoi “amici” in Siria non gliene hanno parlato? Lei parla di atrocità dell’FSA sponsorizzate dall’Occidente, ma è consapevole del fatto che quelle del regime sono invece sponsorizzare dalla Russia e dall’Iran? Cerchiamo dunque di non usare due pesi e due misure. Poi afferma che l’informazione è strumentalizzata, allora come definirebbe il falso video di Assad fatto circolare dalla tv di stato siriana lo scorso 24 gennaio dove appare con un personaggio deceduto mesi prima? Il video sembra fosse addirittura dell’anno precedente e Assad lo avrebbe fatto girare per far credere alla popolazione di essere ancora presente e in forze.

    Lei caro mio non ha la ben che minima idea di cosa succede durante una guerra. Mentre lei si occupava di computer e grafica Olivier ha avuto le palle di andare a vedere di persona e c’ha anche rimesso la pelle per farlo….e lei ci viene a parlare di complotti? Di partigianeria? Ma lei crede che sia possibile oggi entrare in Siria e documentare quello che accade senza essere “scortati” da qualcuno? Da una delle fazioni in lotta? Continui pure a esaminare” i suoi video e a elaborare teorie col supporto della sua grande esperienza informatica, ma per cortesia lasci in pace i morti.