Nelle Filippine, una campagna coordinata di "troll pagati, ragionamenti fallaci, salti logici, avvelenamento dei pozzi" è stata tra "le tecniche di propaganda che hanno contribuito a spostare l'opinione pubblica su problemi chiave" imposti a Rappler. A Malta, campagne di odio coordinate, organizzate su gruppi segreti di Facebook, hanno preso di mira Daphne Caruana Galizia prima del suo omicidio. In India, Rana Ayyub ha lasciato il paese a causa di una campagna di molestie online, dopo che aveva riferito sulla corruzione del governo.

Questi sono solo alcuni dei casi che il Committee to Protect Journalists e altre organizzazioni hanno documentato, casi in cui campagne di trolling riconducibili allo Stato hanno preso di mira i giornalisti nel tentativo di intimidire e silenziare l'informazione su questioni critiche di interesse pubblico. Il panel si aprirà con una breve panoramica della ricerca esistente sul trolling sponsorizzato dallo Stato, e vedrà gli speaker parlare della propria esperienza, incluse le differenze e le contiguità regionali/nazionali, e dell'impatto che questo fenomeno ha sulla capacità di fare giornalismo, di coprire argomenti di interesse pubblico. Vedremo anche come le redazioni hanno risposto -  o meno - per supportare questi giornalisti, e come questa dinamica è influenzata dal ruolo di chi diventa un bersaglio - se freelance o membro di una redazione. Nel panel saranno discusse proposte per replicare agli attacchi e soluzioni per i singoli individui, le redazioni e le piattaforme. Identificheremo inoltre aree potenziali per la collaborazione strategica e azioni specifiche che potrebbero spostare la comunità dall'identificazione del problema alle possibili soluzioni.

Organised in associazione con il Committee to Protect Journalists.

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